Inquadramento tattico generale.

      Nella seconda metà del 1944 i fantasmi di disfatta, che aleggiavano sulla Germania già dalla battaglia di Stalingrado avvenuta tra il 19 settembre del 1942 e il 2 febbraio del 1943, si erano ormai trasformati in certezza di sconfitta. L'esercito tedesco era sulla difensiva su tutti fronti: su quello orientale, nella battaglia di Kursk avvenuta tra il 5 luglio e il 23 agosto 1944, l'esercito sovietico aveva inferto un duro colpo alla Wehrmacht e avanzava verso i confini della Germania; sul fronte occidentale, dopo lo sbarco in Normandia del 6 giugno 1944, le divisioni alleate avanzavano verso i confini della Germania con un imponente spiegamento di uomini e mezzi, dopo avere liberato Parigi il 25 agosto 1944; sul fronte sud gli alleati erano sbarcati nella Francia meridionale il 15 agosto 1944 e, in Italia, si apprestavano ad attaccare, il 25 agosto 1944, la Linea Gotica lungo la quale erano schierate venti divisioni tedesche. Erano comandate dal feldmaresciallo Albert Kesselring e in seguito, dal 9 marzo 1945, da Heinrich von Vietinghoff.

Alle forze tedesche si contrapponevano la 5ª armata USA e la 8ª armata britannica, dispiegata sulla destra del fronte verso il mare Mediterraneo, sotto il comando del generale britannico George Alexander.

Tra il 28 novembre ed il primo dicembre 1943 Franklin D. Roosevelt, Winston Churchill e Joseph Stalin si erano incontrati a Teheran per definire la strategia di guerra nell’immediato futuro e la riorganizzazione dell'Europa, dopo la fine del conflitto.

 

Nel corso del 1944 Stalin chiese agli alleati un rinnovato sforzo bellico anglo-americano sui fronti sud e occidentale, per distrarre divisioni tedesche dai campi di battaglia a oriente dove l'esercito sovietico avanzava, ma a costo di pesanti perdite di uomini e mezzi. Roosevelt, strategicamente, considerava secondario il fronte italiano in relazione allo sforzo bellico che si stava sviluppando, dopo lo sbarco in Normandia il 6 giugno 1944, verso la Ruhr, cuore industriale della Germania. Churchill, dal suo punto di vista, considerava vitale la possibilità di giungere nei Balcani, risalendo la penisola italiana e attraversando la porta di Lubiana e Trieste, prima che l'Unione sovietica attraesse nella propria zona di influenza politica quella regione. A loro volta i tedeschi consideravano molto pericolosa la possibilità che gli alleati potessero occupare la pianura Padana, dove erano presenti le grandi industrie italiane, e giungessero al passo del Brennero che li avrebbe portati al confine meridionale del Terzo Reich.

 

Dal punto di vista tedesco Adolf Hitler aveva ordinato a Kesselring di rallentare il più possibile l'avanzata alleata sulla penisola italiana, in attesa che divenissero operative le nuove armi, i missili V1 e V2 nonché l'ME262 il primo aereo a getto della storia, che gli scienziati del Terzo Reich avevano sviluppato in Germania. Hitler Era convinto che avrebbero capovolto le sorti del conflitto.

 

Dopo l'istituzione del fronte italiano, aperto con lo sbarco in Sicilia il 9 luglio 1943, gli eserciti alleati risalirono verso il nord della penisola italiana attraverso i campi di battaglia che si affacciavano sui mari Adriatico e Tirreno. La sanguinosa battaglia sulla linea Gustav, all'altezza di Cassino, trattenne gli eserciti alleati dal 12 gennaio al 18 maggio 1944. Lo sfondamento di questa linea di difesa, cui seguì la liberazione di Roma il 4 giugno 1944, portò gli eserciti della 5ª e 8ª armata in prossimità della Linea Gotica nella seconda metà dell'agosto del 1944.

 

La Linea Gotica, la cui costruzione era stata iniziata dall'organizzazione Todt sin dal 1943, era costituita da oltre 300 chilometri di campi minati, reticolati, trincee, ricoveri e bunker che ospitavano uomini, artiglieria e mitragliatrici. Le caratteristiche morfologiche delle montagne e le barriere naturali dell'Appennino settentrionale si prestavano perfettamente a una linea di difesa che percorreva l’Italia da Massa Carrara a Pesaro. I tedeschi chiamarono questa linea di difesa, che in alcuni punti aveva una profondità di 30 chilometri, con il nome di Linea Gotica (Gotenstellung). Kesselring all'avvicinarsi degli eserciti alleati la rinominò, nell'estate del 1944, Linea Verde (Grüne Linie).

 

L'attacco alla prima linea di resistenza della Linea Gotica, iniziato il 25 agosto 1944 dalla 8a Armata sul fronte adriatico, portò allo sfondamento, in molti punti, sino alla seconda linea di resistenza (Linea Verde 2) tra il settembre e l'ottobre del 1944 su cui gli eserciti alleati si fermarono, per tutto l'inverno a cavallo tra il 1944 e 1945.

 

Il teatro di battaglia in cui, nel mese di gennaio del 1945, entrò in prima linea la 10ª divisione da montagna USA vedeva i Monti della Riva, Monte Belvedere e Monte Castello in mano ai tedeschi. L'offensiva, destinata a conquistare prima i Monti della Riva poi Monte Belvedere, iniziò il 18 febbraio del 1945 e vide i tre reggimenti della 10ª divisione da montagna avanzare, dopo la conquista del crinale chiamato Riva Ridge, lungo i crinali montuosi dell'Appennino sino ad attestarsi, verso i primi di marzo, sulle alture attigue a Castel d'Aiano.

 

Il fronte, all'alba dell'Offensiva di Primavera nell'aprile 1945, vedeva, tra gli altri, il 4° Corpo d'armata statunitense, comandato dal generale Wills D. Crittenberger, schierato tra il mare Tirreno e il fiume Reno. La 10ª divisione da montagna era attestata tra Monte Grande d'Aiano, Monte della Spe e Monte della Castellana.

 

Da questa linea del fronte il 14 aprile 1945 partì l'offensiva che, travolte le difese tedesche, portò gli uomini della 10ª divisione da montagna a controllare e bloccare l'accesso al passo del Brennero nelle Alpi sovrastanti il Lago di Garda.

 

La seconda guerra mondiale, sul fronte italiano, finì ufficiosamente il 28 aprile e ufficialmente il 2 maggio 1945, mentre le truppe alleate si stavano spingendo velocemente verso Trieste, Gorizia e Monfalcone occupate dai partigiani jugoslavi di Tito. Dopo un fermo braccio di ferro tra gli alleati e Tito, in cui Winston Churchill autorizzò il generale Alexander ad usare tutte le divisioni alleate in Italia per respingere l'occupazione delle città italiane, il 12 giugno i titini si ritirano anche se le sorte della città di Trieste rimase insoluta sino al 1954. 

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Crediti

        Link all'accreditamento dell'Associazione discendenti della 10a Divisione da Montagna