La cattura dell'ultima dimora di Mussolini ... Di Brian Pullen.

La cattura dell’ultima dimora di Mussolini da parte della 10a  Divisione da Montagna americana

 Alla testa dell’avanzata alleata attraverso l'Italia settentrionale i soldati della 10a Divisione da montagna statunitense giunsero al pittoresco Lago di Garda.  Verso la fine di aprile del 1945 avevano lottato con l'esercito tedesco in ritirata mentre si spingevano nella cuore dell'ultima roccaforte dell’asse in Italia fino in casa del dittatore italiano Benito Mussolini.

Noto agli italiani come “Lago di Garda ” l'area fu sede della giovane Repubblica di Salo guidata da Mussolini.  Hitler usava Mussolini come leader di un governo “fantoccio” per supportare quello che restava del fascismo e, cosa più importante, per proteggere il fianco sud della Germania. 

Dopo il suo salvataggio dall'esilio da parte una squadra di paracadutisti tedeschi, guidata da Otto Skorzeny [1], la sede del governo e la residenza personale di Mussolini furono istituite a Villa Feltrinelli, che si trova sulle sponde del lago vicino a Gargnano.

Costruita nel 1892, la villa era abitata dai membri dell’importante famiglia Feltrinelli che costruirono la loro fortuna nell'industria del legname.  Vissero nella bella casa fino a quando l'esercito tedesco la confiscò, nel 1943.  I tedeschi vi assegnarono una trentina di guardie delle SS per sorvegliare ogni movimento di Mussolini e militarizzare i dintorni della villa.  Essi avevano scavato un rifugio a prova di bomba con pareti di calcestruzzo, eretto piazzole per l’artiglieria comprese diverse armi contraerea e alla villa stessa era stata data una mano della famigerata vernice grigia da campo tedesca. 

Mussolini non era tanto un residente della villa quanto un prigioniero. Circondato da soldati tedeschi, ogni sua decisione era esaminata dai comandanti tedeschi, Mussolini sembrava ben consapevole del suo status.  Il dittatore assediato parlava della villa come di uno “scuro e fosco posto ”, una dichiarazione più adeguata al suo stato d’animo che alla descrizione della sua nuova casa. Trovò spesso sollievo con sua amante, Claretta Petacci, che fu convenientemente  trasferita alla vicina Villa Fiordaliso. 

Lasciando definitivamente Villa Feltrinelli il 18 aprile del 1945, Mussolini entrò nel salotto dove suo figlio Romano stava suonando al pianoforte il “Danubio Blu ”.  Prese congedo da sua moglie e dalla famiglia, semplicemente dicendo loro che usciva per andare a Milano per una conferenza.  Il successivo contatto avvenne il 23 aprile 1945 quando Mussolini parlò con sua moglie Rachele al telefono dicendole di fuggire dalla villa e andare alla vecchia residenza reale a Monza.  Si sarebbero ricongiunti presso il Lago di Como a Nord Milano ma l’incontro non avvenne mai.  Insieme alla sua amante fu catturato e fucilato il 28 Aprile dai Partigiani italiani mentre si nascondeva nei pressi del Lago di Como.

Il 28 maggio 1945 i soldati della l0a Divisione di Montagna, che avevano già affrontato la dura opposizione nelle montagne pesantemente fortificate del Nord Appennino e nella Pianura Padana, furono accolti al Lago Garda da un esercito tedesco determinato.  I tedeschi, a un punto critico della guerra, non erano ancora pronti a lasciare il paese e lanciarono quello che sarebbe stato il loro ultimo tentativo di mantenere l'Italia.

Gli esplosivi avevano demolito il primo dei sei tunnel lungo la strada sulla costa orientale del Lago, rallentando l’avanzata dell’86° reggimento fino a quando furono requisiti dei  DUKWS (camion anfibi) per aggirare il tunnel demolito. Come si trovarono al largo, proiettili di contraerea esplosero sopra di loro e la pioggia di schegge uccise almeno un soldato. 

Una volta sbarcati, gli uomini continuarono per la strada.  Il 29 aprile 1945 mentre membri del 86°reggimento stavano entrando nel quinto tunnel, un colpo sparato con precisione da un 88mm tedesco esplose all'interno, uccidendo quattro soldati e ferendone molti altri. In aggiunta all'orrore della scena c’erano i corpi di dodici soldati tedeschi, vittime di un fallito tentativo di sabotare il tunnel con esplosivi. 

Lo stesso giorno, iniziarono i preparativi per catturare la Villa di Mussolini, o il “castello” come veniva chiamata da molti soldati.  Visibile sul lato occidentale del lago, la villa era stata sotto sorveglianza dagli alleati sin dal loro arrivo.  L'operazione si sarebbe potuta rivelare molto pericolosa poiché il giorno precedente erano stati visti dei soldati tedeschi spostarsi a nord lungo la strada principale.  Diverse strutture insolite, di colore grigio biancastro, erano state viste nei pressi del villa ed erano state percepite per un qualche tipo di fortificazioni militari o bunker.  Inoltre si profilava sulla villa un minacciosamente struttura simile ad una torretta perfetta per il posizionamento di mitragliatrici o artiglieria contraerea. 

Il tenente Eugene Hames, comandante di un plotone della compagnia K dell’85° reggimento, fu uno degli uomini selezionati per condurre l'operazione. Gli altri comandati all'operazione furono il Captain Cooper sempre della compagnia K, il tenente Bogan della compagnia M e il comandante operativo del battaglione maggiore Eric Wikner. 

Il piano iniziale era che il venticinquenne tenente Hames, accompagnato da dieci uomini del suo plotone, attraversasse il lago a metà del pomeriggio su un motoscafo e catturasse la villa.  Tuttavia l'operazione fu presto modificata dalla sua concezione originale. 

Quando il tenente Hames fu nell'area del plotone per selezione gli uomini per la missione, arrivò una jeep con un colonnello sul sedile del passeggero.  Ascoltò con pazienza tutti i dettagli, quindi il colonnello rispose, "questo non mi piace, tenente."

"Neanche a me, signore", rispose francamente il tenente Hames.  Il colonnello decise che sarebbe stato meglio rinviare la missione fino a quando non fosse stato stabilito un piano alternativo.        

Il colonnello, che molto probabilmente salvò la vita dei dieci uomini ritardando la missione, non avrebbe mai avuto la possibilità di sentire la notizia della sua esecuzione con successo.  Egli fu ucciso da un proiettile dell’artiglieria tedesca il giorno in cui venne occupata la villa, mentre era fuori dal quartier generale provvisorio della 10a divisione di montagna a Torbole. Il colonnello era William O. Darby, che aveva addestrato e comandato il primo battaglione Ranger che aveva combattuto coraggiosamente attraverso il Nord Africa. A quel tempo il colonnello Darby era assistente del Comandante di Divisione per la 10aDivisione da Montagna, quasi alla fine della guerra. 

Tuttavia, prima della morte di Darby, gli ordini furono modificati sostanzialmente.  In primo luogo la missione sarebbe stata effettuata da una task force speciale comandata dal Maggiore Eric Wikner, comandante operativo del 3°battaglione.  La forza di attacco sarebbe consistita in tutta la compagnia K, comandata dal Capitano Richard Cooper e da un plotone di mitragliatrici pesanti dalla compagnia M, comandato dal 1° tenente  Henry Bogin.  Con i tedeschi individuati attraverso il lago, la potenza di fuoco supplementare delle loro mitragliatrici calibro.30 avrebbe potuto essere necessaria. In secondo luogo, l'operazione era prevista di notte anziché l’assalto originale alla luce del giorno.  In terzo luogo, gli ordini erano di avere la task force in viaggio sul Lago in diversi DUKWs invece che su motoscafi.

Verso l’1:30 di notte del 30 aprile, i DUKWs partirono dall’area di assembramento a San Zeno. Disposti in formazione sfalsata, il viaggio richiese un'ora per attraversare le quattro miglia di lago. Sebbene le tenebre nascondessero le loro posizioni, il rumore dei motori delle barche eliminava ogni possibile speranza di un attacco di sorpresa.  Negli anni successivi il tenente Hames ha affermato "Mi ricordo che pensai che quello che stavamo facendo era paragonabile ad andare a caccia del fagiano cavalcando un trattore Ford."  

Raggiunta la riva opposta due miglia a nord della Villa, i motori furono spenti e i veicoli scivolarono a riva.  Gli uomini procedettero a scaricare, più presto possibile, supponendo che se i tedeschi avessero lanciato un contrattacco sarebbe innanzi tutto iniziato con un bombardamento dell’area di sbarco.  I DUKWs furono lasciati all'area di sbarco in caso di ritiro o se si fosse resa necessaria l’evacuazione.  Appena gli uomini si spostarono verso la strada rilevarono delle terrazze che erano alte diversi piedi. Essi le superarono rumorosamente e avanzarono verso la villa. 

La notte era molto scura e un uomo anziano italiano si avvicinò loro su una bicicletta.  Per fortuna egli non fu ucciso dai soldati in avanscoperta e comunicò che i tedeschi avevano lasciato la città il giorno precedente.  Questo era il movimento tedesco che aveva osservato il tenente Hames.  Avanzando verso la villa scoprirono, con loro grande divertimento e sollievo, che le insolite fortificazione erano effettivamente un frutteto di limoni o “limonaia ”.  Le colonne di roccia grigio-biancastra avevano travi che le univano tra loro e che supportavano la frutta durante la crescita. 

Arrivati sui terreni della villa, diverse squadre continuarono ad avanzare verso la città di Gargnano.  Furono disposti diversi blocchi stradali lungo le strade tortuose mentre il tenente Hames creava un perimetro intorno alla proprietà. Piazzate delle guardie all'ingresso posteriore, cautamente entrò nella villa con pochi altri attraverso la porta anteriore. 

Facendosi strada all’interno  della villa la trovarono come se Mussolini fosse appena uscito per la serata. Tutti i suoi effetti personali e altri oggetti erano ancora al loro posto.  La grande cucina era piena di prodotti alimentari e le camere da letto erano lussuosamente arredate e complete di lenzuola pulite sui letti.  Con le sue uniformi ancora appese nell'armadio la camera da letto di Mussolini divenne rapidamente il posto di comando. 

Una stanza che sembrava essere un farmacia dette prova della mancanza di salute di Mussolini verso la fine della guerra. Essa conteneva numerosi tipi di pillole e farmaci vari, compresi quelli per curare le sue sofferenza da un'ulcera duodenale e blocco del dotto biliare.  Mentre presso il villa, lui aveva anche un medico tedesco nominato da Hitler che gli diede iniezioni di vitamina e ormoni. 

All'interno della sala da pranzo il tavolo enorme era preparato come se un pasto fosse stato da servire a breve.  Il soldato Harold Sutton, un mitragliere della compagnia M fu tra quelli che entrarono nella sala da pranzo.  Egli ha ricordato “appeso sopra il tavolo si trovava il più bel lampadario che io abbia mai visto ”.

Diversi elementi di interesse storico furono trovati nella villa. Furono trovate spade donate al “Il Duce ” da Hitler e Hirohito insieme al suo inestimabile violino Stradivari.  Sono state trovate diverse medaglie di cui una di una scuola di arrampicata in montagna mentre un’altro era un regalo di Papa Pio XII. Molti di questi oggetti sono stati “liberati ” dai soldati in visita.  La maggior parte di questi elementi hanno preso la strada verso gli Stati Uniti e sono ancora parte di collezioni personali.

Nei terreni attorno alla villa i soldati hanno continuato a trovare altri oggetti di lusso, ma a differenza di quelli all'interno, questi non furono lasciati per il comfort e l'utilizzo da parte dei nuovi occupanti.  Il molo di fronte della villa era intatto, ma una bella barca con un motore entrobordo, era stata distrutta ed era parzialmente sommersa.  Due Mercedes nere erano all’interno di un grande garage e loro motori erano stati rovinati da granate di fosforo posizionate strategicamente. 

Dalle 8:15 del 30 aprile, la villa era stata messa in sicurezza come ordinato senza sparare un colpo. Gli uomini passarono la settimana seguente esplorando i villaggi vicini e a godere della villa, facendo a turno per dormire nel grande letto di Mussolini.  Molti andarono a Gargnano per acquistare dei souvenir, spedire lettere, consumare pasti e fare una doccia calda.

Il 2 maggio 1945 mentre erano ancora alla Villa arrivò la notizia che avevano atteso per lungo tempo “l’Esercito Tedesco in Italia si era arreso”   Gli uomini erano esaltati dalla notizia ma erano di nuovo nervosi poiché gli era stato ordinato di spostarsi a Udine, nell’Italia nord-orientale, vicino a Trieste. Insieme con l’Ottava Armata Britannica, dovevano impedire qualsiasi ulteriore movimento verso ovest da parte delle forze della Jugoslavia.  Alla fine i comunisti cedettero evacuando la zona, mettendo così fine alla guerra per i soldati dei 10aDivisione da Montagna.  Le perdite totali della divisione in Italia sono state di 975 uccisi in azione e 3.891 feriti in azione.  Incluso in questi numeri ci sono i 62 KIA [Killed In Action – Ucciso in azione] e 270 WIA [Wounded In Action – Ferito in azione] della battaglia per Lago di Garda. 

Dopo la guerra la proprietà della villa fu trasferita nuovamente alla famiglia Feltrinelli.  Giangiacomo Feltrinelli fu il leader della casa editrice di famiglia e aderì più tardi al partito comunista.  Fu un candidato per le elezioni del 1948 in Italia e utilizzò la villa per promuovere la propaganda politica. Alla morte di Giangiacomo, a seguito della sua partecipazione al terrorismo politico, la villa è stata per lo più disabitata nel corso del 1960 fino a quando il figlio Carlo ha deciso di venderla a un partito di fuori della famiglia Feltrinelli.

Nel 1997,  l’albergatore Bob Burns ha acquistato la villa che ha subito un restauro durato cinque anni. A causa del significato storico della villa il restauro incluse i negoziati con le Autorità Italiane di Conservazione e anche con la nipote di Mussolini che credeva che la proprietà poteva servire come memoriale per il famoso nonno. 

Adesso è il Grand Hotel Villa Feltrinelli ed è aperto al pubblico.  Anche se le tariffe di soggiorno sono alte per il budget del viaggiatore medio, il viaggiatore più esperto potrà godere del suo tempo nella villa in una delle sue tredici camere, due delle quali dispongono di terrazze all'aperto.  All’interno della villa si trovano oltre settanta pezzi di mobili antichi originali. Ogni camera ha il proprio bagno con i pavimenti di marmo riscaldati.   

Le camere da letto sono solo alcune delle camere eleganti all'interno della villa.  Ci sono anche altre lussuose stanze pubbliche, compresa una libreria con letteratura classica e vecchie riviste National Geographic e Life.  Nascosto in una cabina c’è un grande schermo al plasma che offre agli ospiti una grande varietà di film.  Gli ospiti possono incontrarsi nel salone, una bella sala di ritrovo con soffitti affrescati e un pianoforte a coda.   

Altri servizi disponibili sono tour personali del Lago di Garda a bordo de “la Contessa ”, la barca di lusso, di proprietà della villa, di cinquanta-due piedi, massaggi terapeutici sia all’interno che all’esterno e un parco di otto acri. All'interno del parco, ci sono percorsi illuminati, un verde croquet (?), la limonaia originale costruita nel tardo 1800 - che sono le strutture che osservarono i soldati - e dei residence individuali.

I quattro residence si trovano nell’ambito di terreni perfettamente curati e sono per gli ospiti che desiderano una permanenza più riservata ma che vogliono godere la bellezza della villa.  Ciascuna di queste offerte è unica e sono chiamate La Limonaia, Casa di Fiori, Casa Rustica, e La Rimessa per le Barche.

 Il rifugio anti-bomba in calcestruzzo,  che era stato scavato dai soldati tedeschi, ospita ora grandi generatori che aiutano a fornire energia elettrica alla villa.  Tuttavia, una caratteristica ora assente è la grande struttura a torretta che è stata abbattuta un giorno imprecisato dopo la fine della guerra ma prima dell'acquisto da parte di Mr. Burns. 

L'occupazione dell’ultima residenza di  Benito Mussolini è stata nascosta in profondità negli annali della storia della seconda guerra mondiale e la storia è relativamente sconosciuta al di fuori del cerchio dei veterani della 10a Divisione da Montagna e dei loro discendenti.  Si è atteso a lungo che la storia di questa operazione unica fosse condivisa pubblicamente al di fuori di questo cerchio. Per gli uomini che vi hanno partecipato sarà per sempre ricordato con orgoglio il giorno in cui catturarono “ il Castello di Mussolini”.

 

Brian Pullen

 

[1] - L'operazione Eiche (quercia) finalizzata alla liberzione di Mussolini fu eseguita dai paracadutisti e dalle SS insieme. I ruoli di comando furono assegnati al maggiore dei paracadutisti e comandante del Lehrbataillon Harald-Otto Mors nonchè al generale Kurt Student, fondatore dell'arma dei paracadutisti e al capitano delle SS Otto Skorzeny (che alla fine se ne arrogò totalmente i meriti, spalleggiato in questo dalla propaganda nazista e, nello specifico da Ernst Kaltenbrunner).