L'appassionato "archeologo" basa la sua attività di ricercatore su alcuni principi fondamentali: passione, studio dei campi di battaglia attraverso libri e testimonianze dirette, un buon metal-detector, tanta voglia di stare in mezzo alla natura percorrendo a piedi spesso diversi chilometri, ed etica.

La passione è innata. Quasi sempre non si sa da dove sia nata e spesso è incompresa da famigliari e amici.

Lo studio dei campi di battaglia è fondamentale. Libri italiani ma sopratutto prime edizioni in lingua inglese o combat report sono il pane quitidiano per studiare un territorio e capire gli schieramenti anche se spesso i più bei ritrovamenti si trovano dove mai si sarebbe pensato.

Un buon metal detector parte dai 500/600 euro a salire. Sotto queste cifre diciamo che si trovano i modelli per "dilettanti". Come erano belli i metal detector analogici con le loro sfumature di grigio e una enorme possibilità di lasciarsi intepretare ad ogni segnale. Ora, con il digitale, è rimasta poca interpretazione e con quelli di profondità un buon segnale vuol dire un buco di un metro e mezzo.

Quello che in realtà da una grande soddisfazione sono le lunghe passeggiate tra i boschi e in mezzo alla natura incontrando spesso caprioli e cinghiali. Trovando spesso funghi quando è il loro tempo (ricordando che i funghi, a dispetto della luna e di tutto ciò che se ne dice dice, nascono dove, quando e come pare a loro). Dopo un settimana di stress al lavoro queste passeggiate sono un toccasana. Di solito si torna a casa stanchi ma rilassati.

Resta un'ultimo discorso da fare e questo è rivolto a coloro che irrispettosamente e maleducatamente lasciano buche più o meno grandi aperte dopo averle scavate per ore. La natura e la proprietà altrui devono essere rispettate. In Italia non ci sono particolari problemi legislativi per gli archeologi dei campi di battaglia se non quelli normalmente previsti dal codice civile per la proprietà privata ma ciò non vuol dire trasformare i boschi in groviere lasciando aperte buche spesso grandi e profonde che divengono pericolose in se e per gli oggetti di metallo arriginiti che, considerati privi di interesse, vengono abbangonati nei dintorni, spesso insieme alle bottiglie di plastica per l'acqua o alla carta dei panini e delle merendine, nei pressi della buca stessa. Siete e trasmettete l'abitudine ad essere educati: le buche vanno richiuse, i resti anche di bottiglie etc vanno portati via e messi nei bidoni dell'immondizia.

Altra cosa riprovevole e a dir poco deprecabile sono i deliri di onnipotenza e le azioni compulsive di pubblicare sui social network fotografie con gli ordigni più disparati trovati in qualche postazione appena scavata. Ricordate che in tali casi gli oggetti vanno lasciati dove sono e devono essere avvisate le forze dell'ordine. Non succede niente ed è un servizio alla comunità. Come potete vedere dell'ultima galleria sottostante tutti gli ordigni vengono radunati e poi fatti brillare, in più occasioni e in diversi fornelli, dagli artificieri dell'esercito.

A&G

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Crediti

        Link all'accreditamento dell'Associazione discendenti della 10a Divisione da Montagna