L'economia della Germania tra le due guerre

 weimar     Mentre l'assemblea costituente del 1919 approvò la costituzione della nascente Repubblica di Weimar le potenze vincitrici della Prima Guerra Mondiale, che negli anni '20 poterono godere di un forte sviluppo economico, imposero alla Germania l'umiliazione del trattato di Versailles. Il desiderio punitivo di molti governi di imporre alla Germania sanzioni e insostenibili costi per i danni di guerra da riconoscere ai vincitori - nel 1921 la cifra fu fissata in 132 miliardi di marchi-oro -, rafforzarono il nazionalismo tedesco e lo spirito di rivincita delle forze più reazionarie.  A peggiorare il rancore dei tedeschi la Francia e il Belgio, tra il 1923 ed il 1925, occuparono la Ruhr, da cui proveniva il carbone per l'industria tedesca, cogliendo l'occasione del mancato pagamento di una rata delle riparazioni di guerra. I tedeschi della regione replicarono con la resistenza passiva e l'astensione dal lavoro. La mancanza di carbone e il costo delle forti spese per aiutare i connazionali, finanziando la resistenza passiva, rappresentarono il tracolo per l'economia e per il Marco: si arrivò a fissare il cambio di 1 dollaro per oltre 4.000 miliardi di marchi. La disoccupazione arrivò al 20% della forza lavorativa.

      La classe dirigente della Germania cerco di reagire e nel 1923 il cancelliere Gustav Stresemann attuò la riforma per rivalutare il marco allora in vigore sostituendo il vecchio Papiermak con la nuova moneta, il Rentermark il cui valore era garantito dal patrimonio agricolo ed industriale della Germania. Grazie alla nuova ed attenta politica deflazionistica, basata sulla limitazione del credito e della spesa pubblica e sull'aumento delle imposte, si riuscì anche a trovare un accordo con i vincitori per quanto alle riparazioni dei danni di guerra. In base al piano elaborato dal politico e finanziere americano Charles Dawes venivano concessi alla Germania dei termini più ragionevoli per il pagamento delle riparazioni e un prestito internazionale, che fu sottoscritto in larga parte da banche americane, attratte dai forti tassi di interesse. In un anno i vecchi marchi furono sostituiti dai nuovi Reichsmark garantiti dalla banca Reichsbank all'uopo costituita. Iniziò una seppur lenta ripresa, che dipendeva esclusivamente da finanziamenti da oltremare, che cessò bruscamente con la crisi del 1929 quando la depressione in America, scoppiata principalmente per la sovraproduzione e amplificata dalla speculazione in borsa, decretò la fine dei finanziamenti alla Germania provocandone il rientro di molti negli Stati Uniti. Si ripresentò così una grave crisi economica che portò alla caduta del governo e ad una radicalizzazione degli estremi politici. L'appogio della grande industria, degli agrari e dell'esercito al partito Nazionalsocialista lo portò a divenire, nel 1932, il primo partito. Nel 1933 l'incarico di formare il nuovo governo fu affidato ad Adolf Hitler che, tra il 23 marzo e il 14 luglio assunse a se i pieni poteri e l'instaurazione di uno Stato Totalitario a partito unico.

Rheinmetallb     Tra il 1933 ed il 1939 la politica economica interna di Hitler era tesa al riarmo e all'esecuzione di grandi opere pubbliche. Grazie alla ripresa della produzione da parte delle grandi industrie manifatturiere e notevoli progressi economici iniziò la ripresa dei consumi del mercato interno, che portò ad un sensibile calo della disoccupazione che contribuì a sostenere ed aumentare il consenso nei confronti del Nazismo. Dal 1933 le spese per il riarmo aumentavano sempre più nei bilanci dello Stato sino a quando, dal 1936 andarono fuori controllo. Il governo nazista obbligò le aziende ad una concentrazione industriale; le piccole aziende e quelle artigianali andarono in sofferenza e molte chiusero. A causa della debolezza del marco per tutti gli anni '30 e per evitare l'uscita di valuta dai propri confini la Germania iniziò, dal 1933, a firmare accordi con paesi ad economie deboli per esportare prodotti finiti, quali armi e macchine utensili, e importare derratte alimentari e materie prime. Di fatto era una economia del baratto che doveva avere sempre un saldo zero. In realtà la Germania accumulo forti debiti per i prodotti importati mentre i prodotti che esportava diminuivano sempre più di qualità. Questo sistema venne applicato anche per la durata di tutta la Seconda Guerra Mondiale nei confronti dei paesi occupati. Quando avvenne poi l'annessione dell'Austria nel 1938 un'altro strumento di pressione finanziaria si aggiunse al sistema del "baratto" dal momento che le banche austriache erano le principali mediatrici del credito nel sud Europa.

      Nonostante tutti gli artifici era impossibile finanziare l'immane costo del riarmo perchè la Germania aveva poca valuta estera e già dal 1936 le riserve in oro erano finite. Le scelte del Governo tedesco potevano essere, a quel punto, solo due: o fermare la corsa al riarmo e rientrare/sottomettersi nello spirito capitalistico mondiale, passato dagli inglesi agli americani, o depredare i paesi che mano mano andava occupando a mezzo rapide conquiste.

Bibliografia:
Il prezzo dello sterminio. Ascesa e caduta dell'economia nazista by Adam Tooze
La moneta nel grande spazio. La pianificazione nazionalsocialista dell'integrazione monetaria europea by Paolo Fonzi
L'economia della Germania Nazista by Charles Bettelheim

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Crediti

        Link all'accreditamento dell'Associazione discendenti della 10a Divisione da Montagna