L'assalto ai Monti della Riva. L'Operazione Encore della 10a Divisione da Montagna americana
Traduzione parziale tratta dalla “Cronologia della 10a Divisione da montagna nella seconda guerra mondiale”, compilata da John Imbrie, Vice Presidente per l’acquisizione dati e ricerche dell’Associazione Nazionale della 10a Divisione da Montagna, Inv. Per visualizzare il documento completamente tradotto in Italiano puoi andare alla sezione Documenti Storici.
Chiediamo scusa sin d'ora per le eventuali imprecisioni nella traduzione. Rispetto all'originale in lingua inglese, alcuni nomi di località sono stati riportati nella dicitura corretta, alcune sigle sono state specificate per esteso e alcune parti sono state adattate alla lingua italiana per renderle meglio fruibili al lettore. Il tutto mantenendo rigorosamente intatto il senso che l'autore ha dato al libro.
La traduzione che segue riguarda esclusivamente la parte del documento relativa all'operazione Encore, ovvero l'assalto della 10a Divisione da Montagna americana alla seconda linea di resistenza della Linea Verde, più conosciuta come Linea Gotica, tra dicembre del 1944 e la primavera del 1945, sugli appennini tosco-emiliani, tra le provincie di Bologna e Modena. La Linea verde andava dall'Abetone attraverso il passo Radici, Cima Tauffi, Rocca Corneta, Monte Belvedere, Monte della Torraccia, Pietra Colora, Roffeno Musiolo sino a Monte Pero, a sud-ovest di Vergato. Ci è parso storicamente indispensabile offrire al lettore questo documento degli eventi da parte della 10a Divisione da montagna americana con il contributo della 1a Divisione di fanteria Brasiliana. Le battaglie su questi monti hanno aperto la strada agli alleati verso la città di Bologna e alla pianura Padana.
La scheda
La 10a Divisione da Montagna venne costituita ufficialmente il 6 Novembre 1944 dalla precedente formazione, denominata 10a Divisione Leggera che fu attivata a Camp Hale, in Colorado, il 15 Luglio 1943; era formata da esperti sciatori e rocciatori che completarono il loro addestramento a Camp Swift in Texas.
Dopo quasi due anni di addestramento, l’11 Dicembre 1944, l’86° Reggimento si imbarcò da Hampton Roads, in Virginia, sulla nave USS Argentina con destinazione Napoli dove arrivò il 22 Dicembre.
Il 4 Gennaio 1945 l’85° e l’87° Reggimento si imbarcano da Hampton Roads, sulla nave USS West Point, con destinazione Napoli dove arrivano il 13 Gennaio 1945.
Il trasporto delle truppe sul territorio Italiano, sino alle porte della Linea Gotica, avvenne via treno da Napoli sino a Livorno, e su camion militari sino alle aree di attesa vicino a Pisa.
La divisione era formata da:
85° Reggimento di fanteria
86°Reggimento di fanteria
87° Reggimento di fanteria
(ogni reggimento era composto da tre battaglioni a loro volta composti da compagnie dalla A alla M)
604° Battaglione di artiglieria da campo
605° Battaglione di artiglieria da campo
616° Battaglione di artiglieria da campo
10° Battaglione di fanteria anticarro (composto dal 727° Battaglione mitragliatrici e dal 576° batteria anticarro)
10° Gruppo di ricognizione a cavallo
10° Battaglione medico (composto da quattro compagnie mediche ed una veterinaria)
110a Compagnia segnalatori
126° battaglione genieri da montagna
In Italia vennero inseriti nell’organico (in alcuni casi non per l'intero periodo):
1125° battaglione di artiglieria corazzata da campo (105 mm SP)
175° battaglione di artiglieria (105 mm )
178° reggimento Inglese di artiglieria media da pianura (5.5 in gun - 140 mm)
17° reggimento Inglese artiglieria media (5.5 in gun - 140 mm)
37° plotone cani da guerra.
91° squadrone meccanizzato da ricognizione ( M8 e M5A1)
751° battaglione carri armati (M4A4 e M5A1)
13° battaglione della 1a divisione corazzata
84° battaglione mortai chimici ( 4.2 in - 120 mm)
1° battaglione Italiano di muli da trasporto
235° battaglione del genio
L'operazione ENCORE della 10a Divisione da Montagna Americana
La disposizione delle unità della 10a Divisione da montagna nei primi giorni del 1945 era la seguente:
L’86° reggimento, dall’area di attesa di Quercianella vicino Livorno, entrò sulla linea del fronte a nord di Bagni di Lucca rilevando, tra l’8 e il 9 Gennaio 1945, gli elementi della Task Force 45 nell’area di Monte Belvedere. Il fianco destro era protetto dalla 1a Divisione di fanteria Brasiliana (BEF).
L’85° e 87° Reggimento bivaccarono il 15 Gennaio 1945 a ovest di Pisa ed entrarono sulla linea del fronte il 20 Gennaio nell’area di Monte Belvedere.
Facevano parte del IV° corpo, comandato da Generale Wills Crittenberger, oltre alla 10a Divisione di fanteria anche la 1a Divisione di fanteria Brasiliana, la 92a Divisione di fanteria e la 1° Divisione corazzata. Più tardi fu inclusa anche l’85a Divisione di Fanteria.
28-29 Gennaio 1945 Truppe dell’85° e 87° Reggimento rilevano l’86° Reggimento, che torna nelle retrovie a Lucca. Qui l’86° Reggimento si prepara per l’imminente attacco a Riva Ridge (un crinale composto da: Pizzo di Campiano, Monte Cappel Buso, Monte Serrasiccia, Monte Riva, Monte Mancinello e Le Piagge). Anche se il 30% della forza d’assalto del 1° Battaglione dell’86° Reggimento non era stata addestrata per questa operazione a Camp Hale, il comandante del battaglione, Tenente Colonnello Henry J. Hampton, decise che “ non ci sarà una raccolta di uomini per l’assalto”. Invece, l’addestramento di ogni plotone fu fatto dalle altre unità sul ruvido terreno intorno a Lucca. Hampton conclude che “ ciò ha aiutato il morale e lo spirito degli uomini, perché ora si considerano tutti alpinisti”
16 Febbraio 1945 Il Generale Hays discute i piani dell’imminente battaglia per Monte Belvedere e del picco sua sorella Monte Gorgolesco, con un gruppo di uomini del 1° Battaglione dell’85° Reggimento. Tra di loro c’è il sergente Dan Kennerly della compagnia D dell’85°, che ricorda: “ Il generale inizia il suo discorso dicendoci che lui non ha mai discusso un piano di combattimento con le truppe al nostro livello”. Egli dice che avendo piena fiducia della nostra capacità, intelligenza e spirito di corpo si sente che può rivelare il piano e discuterlo apertamente con noi. “Voi siete la più bella truppa che io abbia mai comandato…” ha aggiunto. Ora ha la nostra lealtà incondizionata.
Estratto da: The Riva Ridge Operation Report of Lt. Col, Henry J. Hampton, 12 June 1945
.. Omissis …
(La parte iniziale descrive accuratamente la geografia del campo di battaglia, i pattugliamenti per assumere informazioni sul terreno e sul nemico, l’addestramento avvenuto a Lucca, l’organizzazione e la preparazione dell’operazione sin nei minimi particolari).
…... Le unità arrivarono nelle aree di partenza nella notte del 16-17 Febbraio. I motori lavoravano molto silenziosamente.Gli uomini avevano un supplemento di 48 caricatori di munizioni, in totale 96 caricatori. Queste munizioni, così come un extra di razioni K, era stato dato a Vidiciatico da dove le truppe erano partite. Specifici veicoli avevano preceduto le truppe in modo che i mortai, le mitragliatrici e le munizioni extra dovevano essere trasportate a mano dai soldati solo per mezzo o un quarto di miglio. Tutti i veicoli erano tornati indietro sotto il controllo del battaglione prima che facesse buio. Tatticamente fu considerato che questi suoni venissero coperti da un battaglione di fanteria.
Nella notte del 16-17 febbraio, era stato preventivamente posato un cavo 110, evidenziato da un piccolo cavo spia, che partiva dal battaglione CP, nella località Farne, sino a tutte le aree di partenza. Il piano era che ogni colonna avrebbe avuto un team di cinque uomini con un cavo 130 che avrebbero dovuto seguire la colonna e riferire al battaglione, ogni ora, la posizione. Questo ha funzionato molto bene. In nessuna circostanza doveva essere usata la radio, salvo in caso di emergenza ove si venisse a contatto ( con il nemico). Era previsto che se una colonna avesse incontrato resistenza e non poteva avanzare durante la notte, all’alba avrebbe chiamato il fuoco di supporto dell’artiglieria e attaccare. Il fuoco di supporto consisteva in: 3 battaglioni di artiglieria da campo a sostegno diretto dell’86° Reggimento per il periodo 18-19 Febbraio; 7 mitragliatrici calibro .50 per copertura a fuoco diretto in direzione Pizzo di Campiano e Cappel Buso, posizionate a La Ca e Plinardo: il battaglione anti tank (obici da 75mm) a fuoco diretto, posizionato a La Ca; 1 plotone di carri medi, in posizione a fuoco diretto su Pizzo di Campiano, Cappel Buso e Serrasiccia; 1 plotone di mortai chimici. Queste unità erano tutte in posizione la notte del 18-19 Febbraio e potevano fare fuoco su ordine del comandante del 1° Battaglione. Il comandante del battaglione non aveva voluto nessun fuoco di aggiustamento, in modo da non compromettere l’elemento sorpresa che era necessario per rendere l’attacco un successo. Il piano di fuoco completo è stato elaborato anticipatamente tra il comandante del battaglione e il tenete colonnello Pearson, comandante del 605° Battaglione artiglieria da campo, la nostra squadra di artiglieria da combattimento. Questo piano consiste in una serie di concentrazioni di fuoco numerate, che coprono tutto il crinale in anche in considerazione delle caratteristiche particolari del terreno. Ogni comandante di ogni unità ha un osservatore davanti alla propria colonna, dotato di cavo e radio, che conosce il piano di fuoco. Appena il crinale è stato preso, avrebbe avuto inizio l’aggiustamento per il fuoco difensivo.
Le comunicazioni con le armi per il tiro diretto, erano via filo dal battaglione CP. Fortunatamente le armi per il tiro diretto non sono state necessarie nell’attacco iniziale. Solo le mitragliatrici calibro .50 sono state usate in seguito. Il plotone mortai chimici era provvisto di radio SCR300, sintonizzate sullo stesso canale delle compagnie. Molte volte il loro fuoco era diretto dal comandante della compagnia con l’ SCR300. Questo è stato un espediente che, anche se soddisfacente al momento, non era pratico. I mortai hanno appoggiato la truppa nel fermare i contrattacchi e sono stati usati per scopi di disturbo.
La missione del battaglione era suddivisa in tre parti:
- Conquistare il crinale Mancinello-Campiano e occupare, organizzare e difendere i punti chiave del terreno.
- Proteggere il fianco sinistro della 10a Divisione da montagna nel suo attacco a Monte Belvedere.
- Supporto di fuoco e aiuti, attraverso l’osservazione, al reggimento a sinistra (87°) nel suo attacco contro Monte Belvedere.
Coerentemente con la terza parte della missione è stato deciso di portare quattro mitragliatrici calibro .50 e un obice da 75 mm sul crinale. Lo scopo era quello di avvicinare queste armi nelle vicinanze di Pizzo di Campiano o Monte Cappel Buso e fare fuoco direttamente sulla linea di difesa principale dei Crucchi che si estendeva da Rocca Corneta, un terreno naturale fortemente difeso, attraverso i paesi fortificati di Polla e Corona. Gli osservatori avanzati possono dirigere il fuoco diretto da questo terreno, in modo molto efficiente, in supporto all’attacco. Naturalmente il primo problema era di mettere in sicurezza il crinale, e difenderlo dal contrattacco che si sapeva sarebbe arrivato. Dopo di che, i cannoni potevano essere portati su. Le mitragliatrici calibro .50 non erano un problema ma l’obice da 75 mm ci ha dato un po’ di preoccupazione.
L’attacco è iniziato al calare del buio, alle 19:30, la notte del 18-19 Febbraio. Insieme al battaglione c’era un plotone di portatori composto da 30 uomini della compagnia servizi dell’86° Reggimento che seguiva la compagnia B sul sentiero 2. Il plotone trasportava: quattro mitragliatrici calibro .50 sui packboards, munizioni per mortaio e calibro .50. Queste armi erano principalmente per il fuoco diretto sul crinale di Rocca Corneta e Polla, in supporto all’attacco dell’87° Reggimento. E’ stato organizzato un plotone mitragliatrici della compagnia D per sparare con queste armi. E’ stato previsto di utilizzare i muli della compagnia pack Alpini sul sentiero 2 che doveva essere la principale via di rifornimento del battaglione. Questa era l’unica via sulla quale avrebbe potuto passare un mulo. Vi era anche la 256a QM compagnia pack comandata dal Capitano Fred Burke. Questi uomini carichi di packboard salivano per il sentiero 3 e rifornivano le compagnie A e C di acqua e munizioni; questa strada era impercorribile per i muli. La compagnia A sul sentiero 4 caricò sui propri uomini i carichi base di munizioni e razioni. Era previsto di rifornirli dal sentiero 3 ed eventualmente, con i muli, dal sentiero 2. Il battaglione era stato rafforzato da 80 uomini. Trenta di questi sono stati forniti dalla compagnia D, per essere organizzati in un plotone trasporto per questa compagnia di armi pesanti. Quindici sono stati forniti dalla compagnia B, quindici dalla compagnia C e venti dalla compagnia A, per essere usati come trasportatori. Tutta la compagnia del quartier generale, incluso i cuochi,sono stati usati come trasportatori ed hanno fatto un eccellente lavoro nell’imballaggio di razioni, acqua e munizioni e alla rispettiva unità. Tutti i rifornimenti e le munizioni non potevano che essere portate a mano o, sul sentiero 2, sui muli.
L’evacuazione era stata pianificata sui sentieri 2 e 3. Tutto sarebbe stato trasportato a mano con delle stazioni di sosta su ogni percorso presso i quali era disponibile del plasma. Questo è stato effettivamente utilizzato è non una ferito è stato perso. Il secondo giorno, dopo la conquista della cresta di Monte Cappel Buso, la compagnia D del 10° Battaglione Genieri da Montagna, ha completato una linea teleferica che termina su un pianoro sulla parte più ripida della pista a più di metà strada verso la vetta. Questa teleferica si è dimostrata inestimabile per i rifornimenti e per le evacuazioni ed è stata costruita in un tempo brevissimo condizioni difficili. Questa compagnia supportava direttamente il 1° battaglione. Per loro è stato necessario insistere al fine di ottenere l’attrezzatura per costruire la teleferica.
L’attacco procedeva secondo i piani. C’è stato solo un contatto con il nemico sul sentiero 2 da parte della compagnia B. Mentre il plotone d’assalto ha raggiunto la cima di Monte Cappel Buso i Crucchi hanno aperto il fuoco con mitragliatrici e pistole mitragliatrici. Approfittando di quanto appreso in precedenza, di non rispondere al fuoco di notte, lo scaglione di testa continua l’avanzata. Non è stato sparato un colpo da parte dei nostri uomini. Tutte le colonne hanno raggiunto i loro obbiettivi senza perdite. I Crucchi si erano ritirati nei loro rifugi per la notte, senza lasciare nessuno di sentinella. Era stata conquistata l’ultima linea, la sorpresa era completa, ed era stato conquistato un importante terreno senza una perdita.
Alle 01:17 del 19 Febbraio, il plotone d’assalto della compagnia B era sulla cima di Monte Cappel Buso. Il resto della compagnia era 500 yards più giù, lungo il sentiero. Alle 02:50 tutta la compagnia B era in posizione su Monte Cappel Buso e scava delle trincee. La mitragliatrice e le pistole mitragliatrici si erano ritirate a Ridge X e sparavano ad intermittenza. Nessun fuoco di risposta. Alle 02:58 del 19 Febbraio, la compagnia A era in posizione e scava delle trincee senza avere avuto nessun contatto con i Crucchi. Alle 04:07 i comandanti delle compagnie E ed F avevano definito e fissato i confini di contatto e di comando. Alle 03:05 la compagnia C era sulla cima e scava delle trincee. Una pattuglia mandata in avanti non ha avuto alcun contatto. Per tutto questo tempo erano scese nebbia e nuvole. La forza A sul sentiero 1, a Pizzo di Campiano, non aveva ancora fatto rapporto. Questo era un percorso molto difficile e si era in ansia per questa colonna. Alle 05:45 la forza A fa rapporto via cavo. Poco prima della luce del giorno tutte le unità sono sul crinale.
La Forza A, comandata dal tenete Loose della compagnia A, ha trascorso un periodo molto difficile. Quel sentiero era molto pericoloso, ripido e lungo. All’inizio della serata era scesa una nebbia fitta. Il cavo e l’osservatore avanzato dell’artiglieria si erano persi, e non erano stati ritrovati prima del giorno dopo. Il plotone si era diviso ma alla luce del giorno erano tutti arrivati al loro obbiettivo. La radio dell’artiglieria si era rifiutata di funzionare così era stato usato l’SCR300 della fanteria per dirigere il fuoco dell’artiglieria. Questo plotone avanza ed occupa le posizioni dei Crucchi, che erano state preparate in modo magnifico ed erano coperte. I Crucchi si erano ritirati nelle loro case per la notte , così alla luce dell’alba il tenete Loose ha preso una pattuglia ed è andato verso le case, dove ne ha catturati tre e uccisi quattro. E’ stata catturata una valigetta di documenti insieme a un mortaio da 81mm, 165 proietti, 20 power scoope, mitragliatrici, cibo e rifornimenti.
Durante la prima mattina una nebbia molto densa si era posata su tutta la riva di Mancinello-Campiano. Questo è stato estremamente vantaggioso per noi, ci ha permesso di nascondere i nostri movimenti sul crinale e ci ha dato più tempo per scavare e preparare le postazioni. Prima della luce del giorno tutte le unità si erano trincerate sul crinale e stavano preparando e organizzando le loro postazioni. Pattuglie erano state inviate sui fianchi senza venire in contatto con il nemico. Il silenzio radio è stato rotto alle 06:00 del 19 Febbraio.
Alle 11:00 la nebbia ha iniziato a sollevarsi è sono stati eseguiti i puntamenti dell’artiglieria e dei mortai. Il primo scontro a fuoco è stato sostenuto dalla compagnia A alle 11:06 su alcuni Crucchi nelle vicinanze di alcune case a Sega. Per le 12:00 la pattuglia della compagnia C aveva contattato la compagnia B su Cappel Buso e la pattuglia della compagnia B aveva contattato la Forza A su Campiano. La compagnia A aveva ingaggiato una pattuglia nemica di 12 uomini che si era avvicinata a circa 200 yards dalle mitragliatrici. Sei sono stati uccisi e sei si sono arresi. Erano molto sorpresi di trovare le truppe americane sul crinale. Alle 13:00 la compagnia C osserva una forza nemica di 40 uomini avanzare verso Monte Serrasiccia e le proprie postazioni. I Crucchi osservano alcuni dei nostri uomini e li salutano. I nostri uomini restituiscono i saluti e aspettano i Crucchi nel loro raggio d’azione. Il fuoco è stato aperto a 200 yards, e la colonna di Crucchi è stata disintegrata; alle 13:35 il resto dei Crucchi lancia un attacco alla compagnia C dalla direzione Ridge X. Sono ricacciati indietro dall’artiglieria, mortai e fuoco di mitragliatrici, sono scomparsi in un bosco su Ridge X.
La mattina del 19 Febbraio alle 03.00 due squadre di muli arrivano con una compagnia pack di Alpini Italiani. Avevano marciato per 20 miglia e così gli è stato permesso di riposarsi sino alle 10:00 a Farne. Un obice era stato portato al Farne da Weasel ed era stato sistemato su slitte (questo obice può essere diviso in più parti), ed è stato fatto il tentativo di spingerle su per il sentiero 2. I muli Italiani erano stati considerati troppo piccoli per trasportare il tubo. A tutto il plotone AT del 1° battaglione fu affidata la missione di mettere in posizione l’obice sul crinale. Le slitte non erano pratiche e l’obice, alla fine, è stato caricato sui muli che lo hanno trasportato fino alla cima di Monte Cappel Buso dove il cannone ha iniziato a sparare alle 16:50. Il mulo è morto poche ore più tardi.
Le quattro mitragliatrici calibro .50 erano state appoggiate vicino alla cima del sentiero 2 dove sono state raccolte dal tenete Boudoures e dal plotone portatori alle 19:25. Il cavo tra Pizzo di Campiano e la compagnia B era fuori uso. Mentre il tenente stava avanzando lungo un crinale a coltello a Campiano, una MG dei Crucchi ferì il tenete e quattro uomini. Si è scoperto in seguito che i Crucchi si erano infiltrati tra la compagnia B, a Monte Cappel Buso, e il plotone del tenente Loose, su Campiano, e avevano tagliano il cavo. Le calibro .50 sono state piazzate sul Monte Cappel Buso, da dove potevano sparare non solo su Rocca Corneta ma con un raggio d’azione più elevato.
Nella notte tra il 19 e 20 Febbraio il plotone del tenente Loose subì contrattacchi, il primo arrivò alle 18:20: In quel momento l’FO chiamo il fuoco dell’artiglieria sulla sua posizione. Dopo una verifica, parti il fuoco. Grazie all’eccellente postazione dei Crucchi non abbiamo subito nessuna perdita. Questa posizione è stata un punto caldo e i Crucchi combatterono duramente per essa. Più volte hanno tentato di circondare la postazione ma sono stati allontanati dal fuoco dell’artiglieria diretta dall’SCR (radio) del plotone e dalle granate. I tentativi di prendere contatto con questo plotone durante la notte non sono riusciti in quanto i Crucchi avevano una forte postazione che copriva il crinale a coltello, che poteva essere attraversato dai rinforzi solo in fila indiana. A mezzogiorno del giorno successivo , il plotone del tenete Loose è stato rinforzato da un plotone della compagnia B. Il plotone del tenete Loose ha subito 9 feriti che sono stati portati a mano al battaglione di pronto soccorso a Ca di Giulio. Sei uomini sono stati uccisi. Come risultato dell’azione notturna, sono stati contati 26 nemici morti attorno alle postazioni. Dal 19 fino al 23 Febbraio, quando il 1° battaglione fu rilevato dalla battaglione anti carro della 10a, la cima del Pizzo di Campiano è stata soggetta a sei contrattacchi. L’ultimo nella prima mattina del 21 Febbraio quando 70 uomini attaccarono da due parti e furono respinti con pesanti perdite. Le mitragliatrici calibro .50 hanno fatto il tiro a segno respingendo il tentativo ambizioso del Crucchi di salire su per il pendio a nord est del Pizzo di Campiano. La Divisione attaccò il Belvedere alle 23:00 del 19 Febbraio.
Alle 13:10 del 20 Febbraio il piano per conquistare Ridge X viene messo in atto quando le truppe nemiche vengono viste muoversi nel bosco. La compagnia C ha attaccato, supportata dal fuoco di artiglieria, dai mortai da 81 mm della compagnia B dall’area di Monte Cappel Buso, e dalle mitragliatrici calibro .50 dal Buso. Ridge X è stata presa e la seconda parte ha funzionato secondo il piano. Alle 11:45 del 20 Febbraio, è stato ordinato alla compagnia F di scendere dal crinale e il 1° Battaglione era responsabile per il fianco sinistro. Per questo motivo un plotone è stato lasciato a Monte Mancinello. Piccole pattuglie di Crucchi stavano ancora vagando attorno a questa area apparentemente molto confusi.
Alle 20:00 del 20 febbraio, la compagnia E fu rilevata dalle posizioni di Castello e Sussadello dove avevano protetto il fianco destro del 1° battaglione. Poiché monte Belvedere-Corona e Polla erano state conquistate non c’era più bisogno di questa compagnia. Il 2° Battaglione era in riserva. Durante il pomeriggio del 20 Febbraio l’obice da 75 mm e due mitragliatrici calibro .050 spararono su Rocca Corneta e il presidio si arrese agli elementi della compagnia E.
Contrattacchi, la cui forza diminuiva, continuarono lungo il crinale per il 20, 21 e 22 Febbraio. Erano pattuglie composte da 10 uomini fino a compagnie composte da 70/80 uomini. In nessun caso sono mai arrivati alle nostre postazioni. Diverse volte hanno utilizzato il trucco della bandiera della Croce Rossa per entrare nelle nostre postazioni ma è fallito. Piccoli gruppi di 3 o 4 uomini sono stati sono stati presi sotto il fuoco di artiglieria e di mortai che, in spazi aperti, è stato molto efficace.
L’installazione della teleferica, costruita dalla compagnia D del 10° Battaglione Genieri, è stata di grande assistenza per i rifornimenti e l’evacuazione. Il trasporto a mano della 256a compagnia QM e l’evacuazione dei feriti giù per il sentiero 3 è stata eccellente. Il plotone portatori della Compagnia Servizi ha portato in cima rifornimenti e munizione e portato giù feriti e morti. Anche gli uomini della compagnia del Quartier Generale sono stati di grande aiuto e tutti coloro che hanno trasportato pacchi fino all’esaurimento, alcuni facendo sino a tre viaggi in 24 ore. Per il 21 Febbraio erano state portate sul crinale 10 ¾ tonnellate di munizioni e non vi fu mai carenza di munizioni, razioni o acqua. I piccoli muli Italiani hanno fatto un servizio “yeoman” anche se il comandante del Battaglione ha ritenuto necessario fare supervisionare il loro lavoro da 4 o 5 uomini addetti ai muli, insieme ad alcuni sottufficiali americani che parlavano italiano, per tenerli sempre in movimento.
Il 23 Febbraio il 1° Battaglione dell’86° Reggimento fu rilevato dal Battaglione anti carri. L’obbiettivo era stato conquistato senza perdite, ma i contrattacchi sono costati un tributo di 17 morti, 38 feriti e 3 dispersi. Grazie all’uso del plasma nessuno dei feriti è stato perso, anche se, in alcuni casi, ci sono volute da 6 a12 per portare una perdita giù dal crinale. Quando la teleferica è stata operativa, questo tempo si è ridotto a quattro ore, a volte due.
Dagli interrogatori dei prigionieri si è appreso: la 7a compagnia del 1044° Reggimento Fucilieri della 232a Divisione ha tenuto il crinale. Questa compagnia è stata rilevata il 19 Febbraio da due compagnie del 4° Battaglione da Montagna. Una terza compagnia di questo Battaglione da montagna era a Sestola. Questi erano probabilmente i 75 uomini che i P-47 hanno mitragliato sulla strada per Fanano. La 7° compagnia ha subito forti perdite nel combattimento del 19-20 Febbraio. La compagnia F aveva annientato una colonna di 30 Crucchi con delle mitragliatrici, quindi si può presumere che il 4° Battaglione abbia cessato di esistere come forza di combattimento organizzata. In nessun momento si aspettavano un attacco sul crinale, ed è stata una completa sorpresa in quanto ritenuto troppo aspro, un ostacolo da prendere per una grande unità.
Il successo di questa operazione, che è stato il preludio all’operazione di Monte Belvedere e alla svolta finale verso il Po e le Alpi può essere accreditato ai seguenti:
- Il 70% del personale è stato addestrato sulle Montagne Rocciose americane. Non aveva paura del terreno accidentato, a precipizio e difficile.
- Ricognizione preventiva dell’obbiettivo per le rotte di approccio da parte di ufficiali e soldati che conoscevano la montagna.
- Un piano complesso reso facile da ordini dettagliati, l’uso de “sand table”, foto aeree, e il completo insegnamento dei piani a ogni uomo e ufficiale del battaglione mediante l’uso di “sand table” e foto aeree.
- Ricognizione aerea, da parte dei comandanti, del terreno che non poteva essere osservato con una ricognizione a terra.
- Un periodo di addestramento su un terreno il più possibile compatibile sul quale si sarebbe andato ad operare.
- Movimenti notturni sia nella fase di avvicinamento che di attacco.
- Condizione fisica e resistenza, che è stato l’ostacolo più difficile da superare inizialmente.
- Il morale alto e lo spirito di corpo degli uomini che sapevano di essere specializzati nell’attrezzatura da montagna e quando gli viene dato un obbiettivo faranno del loro meglio per raggiungerlo al fine di giustificare la loro formazione specializzata
Henry J. Hampton
Tenente Colonnello, 86th Mt. Inf.
L’operazione Riva Ridge è costata alla divisione 76 vittime: 21 KIA (Killed In Action – Uccisi in azione), 52 WIA ( Wounded In Action – Feriti In Azione) e 3 POW ( Prisonier of War – Prigionieri di guerra)
Durante l’assalto alla Riva, sei battaglioni, pronti per l’attacco iniziale al Monte Belvedere, si portano in posizione e si trinceano lungo la strada a est di Querciola. Per tutto il giorno dopo le truppe aspettano nervosamente, ascoltano i suoni della battaglia su Riva Ridge e meditano sugli ordini del Generale Hays. Fino alle prime luci ci doveva essere “ nessun fuoco di armi di piccolo calibro ….. solo bombe a mano e e baionette”.
19 Febbraio 1945 Alle 23:00 del 19 Febbraio, senza la preparazione dell’artiglieria, gli alpinisti del Generale Hay’s – che hanno aspettato nell’oscurità lungo la linea di partenza – obbediscono al comando di “Fissare le baionette! Fuori !” A sinistra avanza il 2° Battaglione dell’87° Reggimento verso i paesi fortificati di Polla e Corona, mentre il 1° Battaglione dell’87° Reggimento avanza sul versante occidentale del Belvedere e lungo la cresta del Valpiana. Al centro il 3° Battaglione dell’85° Reggimento punta direttamente alla cima del Monte Belvedere mentre gli attacchi del 1° Battaglione dell’85° Reggimento puntano verso il monte sorella, Monte Gorgolesco. Sulla destra il 3° Battaglione dell’86° Reggimento avanza lungo le pendici verso Mazzancana. Due battaglioni sono in riserva in attesa di unirsi ai combattimenti.
19-20 Febbraio 1945 Verso la fine del 20 Febbraio gli obbiettivi dell’assalto iniziale erano stati conquistati. Quindi il 1° Battaglione dell’85° Reggimento porta l’attacco a nord est, lungo il Monte Gorgolesco che è una parte della cresta del Monte Belvedere. Più tardi, nel corso della giornata, il 2° Battaglione dell’85° Reggimento passa attraverso il 1° Battaglione e inizia l’attacco verso l’obbiettivo finale di questa fase della campagna: Monte della Torraccia. Per le 21:00 la compagnia G ha conquistato la collina 1027, uno stretto crinale adiacente a Monte della Torraccia.
21 Febbraio 1945 Dopo una giornata di continui assalti, quattro battaglioni della Brazilian Expeditionary Force ( BEF. Forza di spedizione Brasiliana- FEB) catturano Monte Castello, mettendo in sicurezza il fianco destro della 10a Divisione da Montagna.
21-23 Febbraio 1945 Pesanti contrattacchi e molti bombardamenti di artiglieria causano molte perdite e rallentano l’attacco del 2° Battaglione dell’85° Reggimento.
24 Febbraio 1945 Il 3° Battaglione dell’86° Reggimento passa attraverso le posizioni del 2° Battaglione e rinnova l’assalto. Per le 15:00 l’ultima roccaforte su Monte della Torraccia è nelle nostre mani.
25 Febbraio 1945 I contrattacchi finali a Monte della Torraccia sono respinti.
Questa battaglia per il controllo delle cime di Monte Belvedere – Monte della Torraccia è costata alla divisione 923 perdite: 192 KIA (uccisi), 730 WIA (feriti) e 1 POW (prigioniero)
3 Marzo 1945 Con Monte della Torraccia sicuro, la divisione è pronta per il prossimo passo sulla sua marcia verso la valle del Po. Dopo una preliminare (e costosa) spinta verso nord est da parte del 3° Battaglione dell’87° Reggimento, l’attacco principale dell’Offensiva di Marzo iniziò il 3 di Marzo alle ore 7:00 dalla linea di partenza sui fianchi del Monte della Torraccia – il 1° e 2° battaglione sell’86° Reggimento sulla sinistra, il 3° Battaglione dell’87° Reggimento sulla destra. L’obbiettivo è una linea di colline a circa 5 miglia a nor est, vicino al paese crocevia di Castel d’Aiano. Queste nuove posizioni si trovano lungo una linea tra Monte Grande d’Aiano o ovest, attraverso Monte della Spe, fino a Monte Valbura a est. Il Generale Truscott crede che questa linea servirà come partenza per un’offensiva che metterà le nostre truppe “ in un terreno in discesa verso la valle del Po.” Ma la resistenza tedesca è determinata e tra le altre perdite della giornata il leggendario saltatore di sci T/Sgt Torger D. Tokle (86-A) viene ucciso nel villaggio di Iola.
5 Marzo 1945 Mentre l’87° Reggimento cattura il paese crocevia di Castel d’Aiano, l’85° Reggimento cattura M.te della Spe, una cresta chiave a est, e si blocca su questo terreno guadagnato a causa di una serie di contrattacchi e un intenso bombardamento che batte le posizioni per le due settimane seguenti. La presa di Monte della Spe taglia la principale linea tedesca di comunicazioni e di approvvigionamento verso la valle del Po, e da alla Va Armata il controllo della Statale 64 a 15 chilometri dalla valle del Po.
La veterana 1° Divisione Corazzata, che è stata in riserva tutto l’inverno, sferraglia su per le strade e scava sul fianco destro della 10a.
L’offensiva di Marzo e il seguente periodo di consolidamento fino al 13 Aprile è costato alla Divisione 1.012 perdite: 214 KIA (uccisi), 794 WIA (feriti) e 4 prigionieri di guerra.
14 Aprile 1945 Il primo giorno della Offensiva di Primavera, e 24 ore dopo per le altre forze alleate, la 10a Divisione assalta le posizioni Tedesche sulle colline a nord di Monte della Spe. L’85° Reggimento attacca sulla sinistra le colline 909 e 913, l’87° Reggimento al centro Torre Jussi e l’86à Reggimento attacca a destra Rocca di Roffeno. Questa volta non ci sono sorprese e la divisione ha il suo giorno più sanguinoso nonostante un ampio e pesante bombardamento preparatorio della nostra artiglieria e degli aerei. Il secondo tenente Robert Dole 885-i) è seriamente ferito sulla collina 913. Il soldato John Magrath (85-G) mette fuori combattimento quattro mitragliatrici tedesche sulla collina 909, e si offre volontario per un’altra missione nella quale è ucciso dal fuoco di mortai. Per questi atti eroici, Magrath verrà insignito postumo dell’unica Medal of Honor della 10a Divisione da Montagna.
16 Aprile 1945 Alla fine della giornata , l’87° Reggimento cattura il paese di Tolè, quattro miglia a nord est di Monte della Spe. Da Tolè è tutta discesa verso la valle del Po, con l’opportunità per le forze corazzate americane di operare nella valle del fiume Samoggia. L’opportunità di irrompere nella valle del Po’ è a portata di mano.
I tre giorni dell’Offensiva di Primavera sono stati i più costosi della guerra della 10a Divisione in Italia. La divisione a subito 1336 perdite: 286 KIA (uccisi), 1047 WIA (feriti) e 3 prigionieri di guerra.
Perdite della 10a Divisione da Montagna in Italia
Il 6 Gennaio del 1945 ci fu la prima perdita in Italia quando sette uomini furono uccisi da una mina a Quercianella, vicino a Livorno. Da quel giorno a quando la guerra in Italia finì, il 2 Maggio, la divisione ha subito un totale di 4.837 perdite: 975 morti, 3849 feriti e 12 soldati presi prigionieri.
Su un totale di 19.734 uomini arruolati nella 10a Divisione da Montagna il 25% fu perduto; di questo 25%, il 20% fu ferito e il 5% fu ucciso, con un rateo di perdite di 1.209 uomini al mese per quattro mesi che è il più alto di tutte le divisioni americane che hanno combattuto in Italia.