La Regia Aeronautica

 ra     La Regia Aeronautica fu la forza armata italiana che all'inizio della guerra aveva il maggior credito in relazione ai successi dei propri velivoli negli anni antecedenti alla Seconda Guerra Mondiale: 33 degli 84 primati riconosciuti dalla Federazione Aeronautica Internazionale erano detenuti dall'Italia, a seguire la Germania con 15, gli Stati Uniti con 11 e l'Inghilterra con 2. All'entrata in guerra ci si sarebbe potuta aspettare, conseguentemente, una supremazia qualitativa degli aerei italiani ma in realtà le cose erano ben diverse. In Italia l'aeronautica divenne forza armata indipendente il 28 marzo 1923 ed il suo primo nome fu Arma Azzurra. Grandi le divergenze tra i sostenitori della dottrina del bombardamento strategico sulle città sostenuta da Giulio Douhet e quella della "aviazione d'assalto", sostenuta da Amedeo Mecozzi, che prevedeva il favore della sorpresa di attacchi mirati a volo rasente su specifici obbiettivi trascurando le aree adiacenti. Questa diatriba ritardò in modo incolmabile lo sviluppo dell'aviazione ed influenzò profondamente la produzione prebellica.


Savoia Marchetti SM79b     Nella seconda metà del 1939 gli aerei disponibili erano poco più di 2.250 e di questi solo 1.370 erano considerati moderni e solo 838 erano bombardieri o caccia. All'entrata in guerra salirono a poco più di 3.250 di cui meno di 1.800 potevano essere considerati operativi.
Erano ancora in servizio i vecchi caccia biplani Fiat CR20, CR30, 320 velivoli CR32 e l'ormai superato CR42. Erano in servizio anche diversi caccia monoplani: il Fiat G50 e il Macchi MC200, progettati nel 1936 ed entrati in servizio nel 1939,  e il Reggiane RE2000 entrato in servizio nel 1940. Tra i bombardieri erano in servizio: il Savoia Marchetti SM79 Sparviero, soprannominato "il gobbo maledetto" per via della sua forma, progettato nel 1934 ed entrato in servizio nel 1936 fu l'aereo da bombardamento maggiormente impiegato durante la guerra, il Fiat BR20 Cicogna progettato nel 1935 ed entrato in servizio nel tardo 1936, i CANT Z1007 Alcione e Z1011 progettati rispettivamente nel 1936 e nel 1935 ed entrati in servizio nel 1939 e nel 1936; nel 1941 entrò in servizio il bombardiere pesante Piaggio P108 progettato nel 1939 che fu uno dei pochi aerei italiani che poteva reggere il confronto con gli equivalenti aerei alleati.

Fiat BR20b      La maggior parte dei velivoli in dotazione alla Regia Aeronautica era di buona fattura costruttiva ma per via dell'insufficiente potenza dei motori erano spesso di prestazioni inferiori ai pari classe nemici con velocità di punta inferiori di 50 km/h. Basti pensare che spesso i bombardieri alleati riuscivano a sfuggire ai caccia italiani in considerazione di velocità superiori. Vi erano poi difetti progettuali di non poco conto: l'RE2000 a causa dei serbatoi nelle ali spesso soccombeva in combattimento e l'S79 era critico da pilotare con tempo cattivo. I motori italiani, costruiti su licenza straniera, erano tutti di tipo radiale, proveniendo dall'epoca dei biplani, ed erano fonte di una forte penalizzazione nell'areodinamica dei velivoli. L'industria italiana produceva quattro robusti motori radiali: la Fiat con l'A74 da 840 cv per i caccia e l'A80 da 1.000 cv per i bombardieri BR20, l'Alfa Romeo produceva il motore radiale modello 126 da 780 cv per  gli S79 e gli idrovolanti CANT Z506, la Piaggio forniva ai BREDA 88 il motore radiale della serie XI da 1.000 cv. I migliori aerei stranieri Me109, Spitfire, P51 Mustang e Hurricane montavano motori in linea a V con potenze ben superiori: il Merlin XX della Rolls Royce montato sugli Hurricane poteva fornire 1.300 cv con benzina avio a 100 ottani, il Merlin Mk45, montato sugli Spitfire Mk5, arrivava a 1.470 cv per non citare il Daimler Benz DB 605 che forniva, nella versione standard alimentato a benzina, 1.470 cv per arrivare ai 1.800 nella versione con alimentazione a metanolo e acqua in proporzione 50/50. Nel 1940 iniziò in Italia la produzione su licenza del motore tedesco Daimler Benz DB601 sotto la denominazione Alfa Romeo RA1000 e i suoi 1.175 cavalli portarono benefici agli aerei MC200 ed RE2000, che entrarono in servizio nel 1941 come MC202 e RE2001, portando la loro velocità rispettivamente a 600 e 545 km/h. Aerei che avrebbero probabilmente fatto la differenza in cielo ma ne furono prodotti troppo pochi.
Ancora grandi ritardi soprattutto di preparazione derivarono alle forze aereonavali a causa delle discussioni fra Aeronautica a Marina sull'utilizzo dei mezzi aerei. E' emblematico il commento di Galeazzo Ciano, allora ministro degli esteri, che il 13 luglio 1940 scrive nel suo diario:" La vera polemica in materia di combattimenti navali, non è tra noi e gli Inglesi, bensì tra l'Aviazione e la Marina. L'Ammiraglio Cavagnari sostiene che l'azione aerea è del tutto mancata nella prima fase della battaglia e che, quando finalmente è venuta, è stata diretta contro le nostre navi, le quali durante 6 ore, hanno subito il bombardamento degli S 79" ..il testo si conclude dicendo .. "stamane Mussolini ha detto che in tre giorni ha annientato il 50% delle forze inglesi nel mediterraneo". Pur con i suoi limiti di velocità e manovrabilità i Savoia Marchetti SM79 Sparviero nella versione aereosilurante fu l'arma più efficace nella guerra sui mari.
Armi speciali e nuovi aerei tra i quali i caccia equipaggiati con la versione italiana del potente motore Daimler Benz DB605A1, prodotto dalla FIAT con il modello RA 1050 RC58 Tifone, arrivarono in servizio troppo tardi. Questo nuovo e potente motore da 1470 cv equipaggiò una serie di nuovi modelli di aerei: il Fiat G55 Centauro, il Macchi MC205 Veltro ed il Reggiane RE2005 Sagittario. I primi voli di questi nuovi aerei avvennero tra l'aprile ed il maggio del 1942 mentre i primi esemplari vennero inviati ai reparti operativi circa un anno dopo; dell'RE2005 furono consegnati solo pochi esemplari che furono distrutti nel settembre del 1943 mentre il resto dei 750 aerei ordinati non fu mai costruito.
E' comunque un dato di fatto che la produzione bellica italiana in campo aeronautico si aggirò in circa 12.000 aerei contro i circa 114.000 della Germania, i 122.000 dell'Inghilterra e i quasi 300.000 degli Stati Uniti d'America. I dati di cui sopra si riferiscono alla produzione globale ed includono anche gli aerei ceduti alle nazioni alleate.

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Crediti

        Link all'accreditamento dell'Associazione discendenti della 10a Divisione da Montagna