Storia del museo

      Iola, oggi frazione del comune di Montese, faceva parte di Monteforte famoso nel passato perché posto, con il suo castello e le sue fortificazioni, sul confine fra il Ducato di Modena e lo Stato Pontificio del quale Bologna faceva parte. Il territorio di Monteforte fu sempre terreno di scontri e di scorribande fra le due parti, lo testimoniano toponimi come Malandrone, Orebuie e Malavolta, località poste lungo quel confine. 
     Distrutto e abbandonato il castello all’inizio del XVI secolo (1630 circa), una parte del suo territorio passò alla frazione di Maserno, l’altra diede origine alla frazione di Iola, nata in quegli anni anche come parrocchia, prima era una borgata col nome di Malavolta.

Il museo adiacente alla chiesa     In quel periodo, precisamente nel 1683, fu costruito l’edificio in cui attualmente si trova il museo, allora canonica della chiesa parrocchiale. Nel corso degli anni subì vari interventi conservativi a cominciare da quello del 1728 per i danni dovuti allo stato di abbandono in cui fu lasciato poiché i parroci di allora, tutti di Iola, preferirono risiedere nelle loro abitazioni di famiglia. Nel 1855 fu restaurato il portale d’ingresso in sasso e nel 1905 il camino della cucina, pure in sasso. 
    Durante l'ultimo anno della seconda guerra mondiale sui monti immediatamente adiacenti al paese, passava il fronte: la seconda linea di resistenza tedesca della Linea Verde più conosciuta come Linea Gotica. Nei primi mesi del 1945 la chiesa fu completamente distrutta dai bombardamenti sia aerei che di artiglieria, il campanile invece rimase quasi integro, e la canonica, pur danneggiata, continuò ad essere abitata dal parroco. Ricostruita la chiesa nel 1950 e con essa la nuova canonica, questa ospitò alcune classi della scuola elementare poi rimase in abbandono per vari decenni subendo danni tali da divenire cadente e pericolante.


 

Logo dell'associazione culturale Il Trebbo     Nel 1990 il gruppo culturale “Il Trebbo” insieme alla parrocchia decise di recuperarla e destinarla a museo “Raccolta di cose Montesine”.
Gli onerosi restauri, coordinati con entusiasmo impegno e competenza dall'allora parroco don Fabrizio Martelli, furono portati a compimento grazie alla generosità di vari enti e singole persone e alle prestazioni volontarie di tanti Montesini e di ospiti simpatizzanti.


L'ingresso del museo    Dal 1992 queste sale accolgono oggetti documenti e testimonianze legati al territorio e perciò espressione del patrimonio culturale di questi luoghi, sono frutto di prestiti e donazioni spontanee di residenti o ospiti assidui e legati al nostro paese.
     I criteri scelti per l’esposizione del materiale sono i seguenti:
- ricreare modi e ambienti di vita del passato: la cucina, la camera da letto, la cantina, strumenti di lavoro agricolo, la stalla, il mulino, il falegname, il calzolaio, il telaio;
- offrire testimonianz
e sull’origine geologica dei nostri monti: minerali e fossili;
- proporre oggetti e documenti su un avvenimento eccezionale e drammatico vissuto dalla nostra gente: la guerra.
La visita può seguire due linee didattiche:
- osservazione diretta degli oggetti e degli strumenti che formavano il corredo dei vari ambienti di vita con analisi e descrizione del loro uso
- evoluzione di un tema specifico, es. percorso del grano: aratura, semina, mietitura, accumulo delle spighe (“covoni” “pignoni” e “ meda”), macinazione e usi.

    Nel 2004, grazie all'impegno dei fratelli Andrea e Giuliano Gandolfi, furono allestite due sale - oggi l'esposizione occupa l'intero primo piano - per esporre equipaggiamenti risalenti al periodo della seconda guerra mondiale ripercorrendone la storia sul territorio. Il materiale è stato suddiviso per eserciti di appartenenza: è possibile quindi osservare armi, divise e oggetti d'uso quotidiano appartenuti ai soldati della Wehrmacht, ai brasiliani della FEB, agli americani della 10a divisione da montagna; una sala è dedicata alle Memorie Italiane.

 

 La facciata del museo       Più recentemente, tra il 2009 e 2010, una serie di ampliamenti del museo hanno annesso la vecchia stalla e il fienile collegandole direttamente alla struttura principale della canonica deve è ospitato il museo. Il recupero della cantina sottostante alla canonica ha completato una profonda ristrutturazione finalizzata ad offrire al visitatore una serie di sale tematiche create negli ambienti originali dell'epoca.

 
     Tra la fine del 2012 e i primi mesi del 2013 sono stati completati i lavori per l'abbattimento delle barriere architettoniche finalizzati alla fruibilità degli ambienti museali alle persone diversamente abili.
     Verso la fine del 2015 sono iniziati i lavori per la costruzione di un nuovo edificio in cui saranno trasferite le collezioni MEMORIE d'ITALIA, dedicate al periodo della seconda guerra mondiale.


Il logo di Museo di Qualità della Regione Emilia Romagna

    Nel 2012 il museo è stato riconosciuto MUSEO DI QUALITA' dall'Istituto per i Beni Artistici Culturali e Storici della Regione Emilia Romagna.
    Da alcuni anni il museo ospita oggetti destinatigli dalla Sopraintendenza dei Beni Architettonici e Paesaggistici.

    Il museo è anche riconosciuto dall'associazione dei discendenti della 10a Divisione da Montagna americana diventando così meta di visite dei discendenti di soldati sia americani che brasiliani.

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L'attività del museo si basa sul volontariato e sulle donazioni.

Una tua donazione può contribuire affinchè le nuove e future generazioni possano trarre insegnamento dal proprio passato.

Crediti

        Link all'accreditamento dell'Associazione discendenti della 10a Divisione da Montagna